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TAMPONE FARINGEO

Il tampone faringeo è un esame del cavo faringeo che ha il compito di diagnosticare le faringiti batteriche, principalmente causate dalla presenza dello Streptococco Beta-emolitico di gruppo A, un batterio che si annida prevaletemente nella gola e che è una delle maggiori cause di irritazione. Se l'analisi del tampone faringeo risulta positiva, sullo stesso campione viene eseguito, su richiesta, l'antibiogramma, che serve per isolare il germe ed identificare il tipo di antibiotico necessario per debellarlo.
Perché si esegue

Il tampone faringeo viene richiesto dal medico se sospetta che vi sia in corso una faringo-tonsillite (una infiammazione che coinvolge la faringe e le tonsille) di tipo batterico. Le faringo-tonsilliti, infatti, nel 70/80 per cento dei casi sono provocate da virus e, quindi, non richiedono la terapia antibiotica, mentre solo in una minoranza di casi sono causate da batteri, principalmente dallo Streptococco Beta-emolitico di tipo A. Questo germe, se non viene diagnosticato in modo rapido e in modo altrettanto veloce eliminato, può causare diversi disturbi fino, a distanza di diverso tempo, il cosiddetto "reumatismo articolare acuto", una infiammazione che colpisce le articolazioni e, in modo particolare, quelle più grandi come le ginocchia o i gomiti. Inoltre, dal legame tra lo Streptococco Beta-emolitico di gruppo A e le difese immunitarie del nostro organismo, si creano sostanze chiamate "immunocomplessi" che possono colpire organi molto importanti come i reni e il cuore. Non a caso, anche a distanza di parecchio tempo dall'infezione alla gola, i reni possono manifestare una glomerulonefrite, un processo infiammatorio che può sfociare in una insufficienza renale riducendo il funzionamento del rene. Per quanto riguarda il cuore, invece, l'aggressione ha come bersaglio le valvole, che possono venire danneggiate a tal punto da compromettere il funzionamento di questo organo.
Il tampone faringeo, inoltre, può anche identificare la presenza dello Stafilococco aureo, un batterio che si trova nella gola, ma che, per lo più, non comporta alcun fastidio e solo in alcuni casi può provocare faringiti acute.


Come si fa
Il tampone faringeo consiste nel prelevare, mediante un bastoncino con in fondo del cotone (simile a un cotton fioc), una quantità di muco presente in fondo alla gola toccando le tonsille. La persona deve tenere la bocca spalancata e il medico, facendo uso di un abbassa-lingua, applica il bastoncino direttamente sulla sede interessata dall'infezione evitando il contatto con la lingua, il palato e le arcate dentarie perché il tampone deve essere imbevuto solo del muco che causa l'irritazione della gola senza subire altre contaminazioni. Questa operazione è assolutamente indolore e dura pochi secondi. Il tampone faringeo non necessariamente deve essere eseguito a digiuno, anche se è preferibile, soprattutto per i bambini, perché un tampone faringeo, quando è eseguito bene, può indurre il riflesso del vomito. Inoltre, è indispensabile, per ottenere un risultato veritiero, che nel momento in cui si esegue il tampone la persona non stia già seguendo una terapia antibiotica perché l'analisi potrebbe risultare negativa anche quando, in realtà, non lo è.

Risultati - Cosa significa
Il risultato dell'analisi è un referto che può contenere due indicazioni:

Negativo: se l'irritazione alla gola non è provocata da batteri.
Positivo: se l'infezione è causata da batteri, principalmente dallo Streptococco Beta-emolitico di tipo A

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