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ROSOLIA - anticorpi anti

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Tempi di consegna del referto: 2 giorni

Prenotazione: No


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SINONIMI

Rubeo Test, Ab-Rosolia

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SIGNIFICATO CLINICO

La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, della famiglia dei Togaviridae. Come morbillo, varicella, pertosse e parotite, è una malattia più comune nell’età infantile e si trasmette solo nell’uomo. Esternamente, si manifesta con un’eruzione cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina.
Di solito benigna per i bambini, diventa pericolosa durante la gravidanza perché può portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia dà un’immunizzazione teoricamente definitiva.
La rosolia presenta alti rischi per il feto, soprattutto se la madre contrae la malattia nel primo trimestre della gravidanza quando l’infezione può generare un aborto spontaneo, morte intra-uterina o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita, Src). Le più comuni e gravi manifestazioni della rosolia congenita sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache e il ritardo mentale nel neonato.
È possibile verificare l’immunità della madre alla rosolia con il rubeotest, da eseguire prima dell’avvio della gravidanza. Tutte le donne in età fertile dovrebbero essere a conoscenza del proprio stato immunitario verso la rosolia e vaccinarsi prima di un'eventuale gravidanza.
Se una donna ha in programma una gravidanza, dovrà attendere un mese dopo la vaccinazione antirosolia. In Italia, nel 2011 è stato approvato il nuovo Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, che fissa per il 2015 l’eliminazione dei casi di rosolia endemica e la riduzione dell’incidenza dei casi di rosolia congenita a <1 caso ogni 100 mila nati vivi.
La rosolia si diffonde tramite le goccioline respiratorie diffuse nell’aria dal malato o il contatto diretto con le secrezioni nasofaringee.
La malattia, che ha una incubazione di 2-3 settimane prima della comparsa dei sintomi, è contagiosa nella settimana che precede l’apparizione dell’eruzione cutanea e per i 4 giorni successivi.
Diversa è la questione, se si è in presenza di un neonato colpito da infezione durante la gravidanza, e quindi affetto da sindrome congenita. In questo caso, infatti, il virus viene messo in circolazione per lunghi periodi di tempo, non per i 7-10 giorni caratteristici della malattia acquisita dopo la nascita. Il periodo di contagio quindi può durare anche mesi o addirittura più di un anno, con una potenzialità infettiva molto elevata che richiede l’isolamento, sia durante il ricovero nella nursery che al ritorno a casa.
I sintomi più comuni della rosolia sono lievi ed evidenti per un periodo di 5-10 giorni, anche se in un alto numero di casi possono non manifestarsi affatto. Nell’adulto, durante i primi cinque giorni di decorso, i sintomi principali possono includere:
eruzione cutanea consistente in piccole macchie rosa che compaiono prima dietro le orecchie, poi sulla fronte e su tutto il corpo e durano 2-3 giorni, febbre lieve e mal di testa, leggeri gonfiori dei linfonodi alla base della nuca, sul retro del collo e dietro le orecchie, dolori articolari, diminuzione del numero di globuli bianchi nel sangue, occhi arrossati e lacrimosi.
Raramente la malattia comporta complicazioni anche se, come per le altre malattie infantili, il rischio di encefaliti è più alto se il paziente è un adulto.
La diagnosi viene effettuata ricercando anticorpi specifici del virus nel siero tramite analisi del sangue.
Al momento non esiste una terapia specifica della rosolia, a parte l’uso di paracetamolo per abbassare la febbre. L’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione preventiva, con il vaccino vivo attenuato, con un’efficacia > 95% e che garantisce immunità a vita. Non si tratta di una vaccinazione obbligatoria, ma altamente consigliata, e gratuita, sia per tutti i bambini che per le ragazze non immunizzate dopo la pubertà e per tutti gli operatori che svolgono mansioni a contatto con bambini e/o con donne in età riproduttiva.

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INDICAZIONI CLINICHE

Sospetta infezione, sorveglianza nelle gravide non immuni.

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TIPO DI CAMPIONE

Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.

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PREPARAZIONE

E’ necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua.

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VALORI DI RIFERIMENTO

Anticorpi IgG:
Negativo: < 8 I.U./ml
Dubbio : 8 - 12 I.U./ml
Positivo: >= 12 I.U./ml

Anticorpi IgM: (Indice)
Negativo: < 0.90
Dubbio : 0.90 - 1.10
Positivo: >= 1.10


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METODO

E.L.I.S.A. Chorus

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LABORATORIO DI ESECUZIONE

Laboratorio Analisi Mediche dr. Bruno srl

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NOTE

IgG assenti / IgM assenti : Assenza esposizione. In caso di incertezza clinica i pazienti devono essere monitorati nel tempo.
IgG presenti / IgM assenti: Infezione pregressa.
IgG assenti / IgM presenti: Infezione acuta in fase molto iniziale.
IgG presenti / IgM present: Infezione acuta o comunque recente
IgG a bassa avidità : Prima infezione recente
IgG ad alta avidità : Infezione pregressa, riattivazione del virus





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