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INTERLEUCHINA 28B: TEST PREDITTIVO PER LA PROGNOSI E LA TERAPIA DELL'EPATITE C

L'infezione da virus dell'epatie C (HCV) è la principale causa delle malatie croniche del fegato, inclusa la cirrosi e il carcinoma epatico, ed è il motivo più frequente di trapianto epatico nel mondo occidentale.

IL VIRUS E LA DIAGNOSI
Il virus dell'epatite C è un RNA virus a singola elica e appartiene alla famiglia delle Flaviviridae. La sua principale via di trasmissione è quella sanguigna o percutanea.
La diagnosi sierologica è basata sulla determinazione di anticorpi anti-HCV, mentre la presenza del virus nel sangue è rilevata da HCV-RNA qualitativo e quantitativo e dalla determinazione dei genotipi dell'HCV.

I GENOTIPI DELL'HCV
Il virus dell'epatite C non è omogeneo e si riconoscono almeno 6 genotipi principali.
Seguendo la classificazione di Simmonds i genotipi sono numerati dall' 1 al 6 e i sottotipi sono classificati in a, b, c.
L'importanza della determinazione del genotipo risiede nel fatto che tali genotipi rispondono differentemente alla terapia: migliore risposta si ottiene con i genotipi 2 e 3 .

TERAPIA
L'infezione acuta da virus HCV esita nell' 80% dei casi nell'evoluzione cronica.
Il trattamento attuale dell'epatite cronica C consiste nella combinazione di Interferone Peghilato associato alla ribavirina, che ottiene una negativizzazione dell' HCV-RNA sei mesi dopo la sospensione della terapia in circa il 42-51% dei pazienti infettati con il genotipo 1 e in circa il 76-84% di quelli portatori del genotipo 2 o 3.

FATTORI PREDITTIVI
Vi sono fattori preditivi di ridotta risposta alla terapia correlati al paziente: il sesso maschile, l'età avanza, la menopausa, la lugna durata dall' infezione ecc. Importanti sono poi alcune caratteristiche legata al virus come i genotipi 1 e 4 che rispondono meno del 2 e 3.
I ricercatori hanno evidenziato che le caratteristiche dell' ospite possono giocare un ruolo essenziale nella capacità di eliminare spontaneamente il virus in corso di epatite C acuta e di ottenere una risposta virologica sostenuta con il trattamento in corso di epatite cronica. Il gene più significativo è IL28B, localizzato nel cromosoma 19.

IL POLIMORFISMO
La mappatura del genome umano ha individuato le basi della nostra "diversità" che si riassumono nel concetto di POLIMORFISMO.
Il polimorfismo è una modificazione del DNA molto frequente che non altera il funzionamento del DNA stesso, ma ne influenza le capacità sintetiche.
Il polimorfismo del gene IL28B ha un rapporto con la maggiore o minore probabilità di risposta al trattamento dell'epatite C cronica.
Il polimorfismo più "predittivo ed utile" riguarda i nucleotidi Citosina (CC) ed ha evidenziato una maggiore risposta terapeutica nei soggetti con epatite cronica, in particolare con i genotipi 1 di HCV. In presenza di polimorfismo CC l'eliminazione definitiva del virus dell'epatite C dopo terapia è stata osservata in circa il 71% di casi. (Thomas et all. Nature 2009)

IL TEST
Il laboratorio propone il test INTERLEUCHINA 28B: un nuovo test per l’analisi del genotipo per IL28B che può, come detto, essere predittivo della capacità di un individuo affetto da HCV di guarire spontaneamente dall’infezione e dell’efficacia del trattamento con interferone.
Il test esegue la ricerca di 3 genotipi: omozigote TT, omozigote CC ed eterozigote TC.
Il genotipo CC è quello che esprime la predittività positiva nei confronti del virus HCV.
Il test può aiutare il clinico nella determinzione del tipo e della durata della terapia e potrà fornire una maggiore risposta terapeutica e una riduzione dell'evoluzione verso la cirrosi e l'epatocarcinoma.


Tempo di refertazione: 15 giorni

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IP-10 (Human Interferon Inducible Protein 10)

Predittori di efficacia terapeutica si sono dimostrate alcune citochine e chemochine che nell'infezione da HCV sono regolatori dell''immunità e dell'infiammazione.
Molte di queste sono modulate dagli Interferoni esogeni e assumono un ruolo fondamentale nell'eliminazione del virus.
La chemochina più utile per predire l'efficacia alla terapia nell'epatite cronica C si è rilevata l'IP.10 (Interferon-gamma-inducible protein-10 = proteina-10 inducibile dall'Interferone gamma).
IP-10 bassa (< 600 pg/ml) = maggiore probabilità di eliminare il virus
IP-10 elevata (> 600 pg/ml) = minore probabilità di eliminare il virus

Idati analitici sono da interpretare preferibilmente in associazione all'esame "polimorfismo genetico interleuchina 28B" (vedi articolo precedente).

Tempo di refertazione: 15 giorni

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